Laboratorio di storia di Rovereto
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Il popolo scomparso
Il Trentino, i trentini nella prima guerra mondiale. 1914-1920
NicolodiRovereto (TN) 2003
ISBN: 8884470935

La prima opera del Laboratorio di Storia che allarga gli orizzonti a tutta la provincia con un racconto per immagini e scritture autobiografiche che riassume tutta la complessità e il portato di dolore dell'esperienza dei trentini nella Grande Guerra.

 Il lavoro di consultazione degli archivi, di selezione e classificazione dei materiali, di redazione del volume è durato circa tre anni e ha seguito un percorso che potremmo definire a spirale. All'inizio di essa ci sono le grandi collezioni trentine, quelle conservate presso i Musei storici di Rovereto e Trento e presso il Laboratorio, da cui è partita la ricerca sulla base di un indice tematico che includeva tutti gli aspetti dell'esperienza di guerra consumatasi in Trentino e vissuta dai trentini. Contemporaneamente è stata condotta una ricerca bibliografica mirata soprattutto a inventariare materiali fotografici periferici (di paese, di valle) o monotematici (es. la guerra di montagna, i profughi).

 

Incrociando i risultati di questa prima fase, è stato possibile verificare le rilevanze e le assenze, sono stati così via via visionati tutti gli altri archivi pubblici della provincia, altri di rilevanza nazionale (Temù, Trieste, Roma), alcuni europei (Innsbruck, Wien, indirettamente Mosca), molti privati. Tutti i materiali selezionati (circa cinquemila pezzi) sono pervenuti - in originale o in copia fotografica o su supporto informatico - alla sede del Laboratorio, termine della spirale, dove sono stati inventariati secondo criteri adatti allo scopo, distribuiti per soggetto, e ripetutamente selezionati fino ad arrivare alle mille fotografie presenti nel libro.

 

Il risultato è una storia a temi, non potendo, per forza di cose, presentarsi in forma cronologica, né tantomeno con la struttura e l'andamento del saggio di storia politico-militare.

 

Si sono così privilegiati i casi, le situazioni, le esperienze collettive, i gruppi, gli individui-simbolo, tralasciando gli eventi bellici specifici, i nomi, le personalità. Solo nel caso di Battisti, Filzi e Chiesa, e di alcuni altri protagonisti politici - ma non poteva essere altrimenti - è stato tolto l'anonimato. In qualche caso la storia raccontata, e la valenza delle immagini, hanno suggerito degli scarti nei criteri di ordinamento dei materiali: ad esempio, lì dove si è proceduto per confronto (Soldati dell'imperatore, Volontari del re), o trasversalmente (Profughi, Prigionieri, Bambini), o dove il fotografo - è il caso di Enrico Untervegher - non è meno importante delle foto stesse.

 

I criteri che hanno informato la scelta delle immagini sono molteplici: talvolta si è tenuto conto della forza comunicativa o simbolica del documento, tal'altra della sua unicità o rarità, altre volte ancora della funzione svolta nel contesto in cui ha avuto origine, infine del valore di campione di serie tipologiche (i ritratti dei soldati). In due casi (Lo sguardo ingannatore) si è voluto sottolineare la funzione mimetica assunta dalla fotografia nel corso della guerra; ovvero, ricostruendo parzialmente la serie fotografica della cattura ed esecuzione di Battisti, il contrario, cioè quella di uno sguardo indagatore e indiscreto, testimone di un evento - tragico, osceno, e volutamente teatrale - che si sarebbe dovuto amplificare e celebrare grazie alla sua riproducibilità tecnica, ma che proprio da essa ebbe a subire una condanna universale e definitiva.

 

Abbiamo voluto anche riservare uno spazio ad altri materiali - cartoline, stampe devozionali, scritture, oggetti - che per diverse ragioni e in diversi contesti hanno segnato l'esperienza di guerra dei trentini. Con questo, intendendo ricostruire attraverso le immagini quella storia e, nel contempo, abbozzare una storia delle immagini che, nel corso del conflitto, hanno avuto una presenza pervasiva costituendo il tessuto connettivo e la possibilità di rappresentarsi di un popolo scomparso; e i cui significati "irrompono oggi in quelli storici modificandoli profondamente" e disturbando in tal modo il "processo naturale di trasfigurazione del passato".

 

A cura di:
Luciano Bettini, Mariella Bettini Cobbe, Gianni Canepel, Dolores Fait Rosa, Riccarda Fedriga Giordani, Italo Ferrari, Benito Franceschini, Clara Frizzera Vianini, Ilda Giordani Bertolini, Lidia Lestani Canepel, Giovanni Morini, Michela Pettenati Modena

 

Coordinatori:
Quinto Antonelli, Diego Leoni