Laboratorio di storia di Rovereto
Trentini deportati nel Lager di Bolzano
 
Osti
Raffaele
Luogo e data di nascita:
Ospedaletto Valsugana (TN)
30/07/1879
Paternità:
Valentino
Maternità:
Osti Angela
 
Arresto
Luogo e data di arresto:
Luogo di detenzione:
 
Internamento nel campo di Bolzano
Data ingresso nel campo:
Numero matricola:
4099
Blocco e sottocampo:
C
Data rilascio:
14/03/1945
 
 
Note

Nel settembre 1939 si reca da Ospedaletto a Bolzano, in cerca di occupazione. Non essendo residente non può essere collocato e lavora saltuariamente nelle cave di sabbia nel greto del fiume Isarco.
A Bolzano non ha dimora né parenti e dorme sotto il ponte sull'Isarco.
Con l'intenzione di recarsi in Germania per trovarvi lavoro, presenta domanda di opzione per la cittadinanza tedesca. Non avendone diritto, viene proposto per un provvedimento di polizia.
Arrestato il 7 dicembre è tradotto alla Questura di Trento, dove è trattenuto e diffidato. L'11 gennaio è rilasciato e rimpatriato con foglio di via obbligatorio. La diffida sarà condonata nel novembre 1942, in occasione del Ventennale della Marcia su Roma, per "atto magnanimo" del Duce.
Arrestato, a quanto pare, per aver dato alloggio a dei partigiani, è internato nel lager di Bolzano, nel quale fa il suo ingresso verso la metà del mese di settembre 1944.
Ecco il suo ritratto, tratteggiato con ironia e una certa simpatia da Emilio Sorteni: "20-21 dicembre - Abbiamo in camerata un curioso tipo che risponde al nome di Raffaele Osta, ma da tutti soprannominato Garibaldi, senza una ragione plausibile. Ha 65 anni, nativo di Levico e porta con serietà e noncuranza il suo nomignolo. È stato internato per aver dato alloggio a dei partigiani. Nella sua vita ha percorso Francia e Germania e conosce le due lingue. È sempre stracciato, unto e sporco. Lavoratore accanito, ricorda sempre il suo vecchio mestiere di cottimista minatore. Infiora le sue parlate con passi della Bibbia e con previsioni apocalittiche. Insofferente di disciplina e di freno fa sempre e solo ciò che più gli aggrada ed ha ottenuto una certa libertà di movimenti (sempre nell'ambito del campo). Si è foggiato un copricapo con una pelle di coniglio che ostenta con spavalderia e con compiacenza. È nottivago: lavora di notte intorno a canestri e a rattopparsi i panni vicino la stufa; sveglia i dormienti per chiedere loro delle cicche o dei fiammiferi per accenderle e incassa i loro improperi con olimpica indifferenza."
Il 14 marzo 1945 è rilasciato e obbligato al lavoro nella provincia di provenienza.
Soltanto nel 1958 l’Osti, invalido per vecchiaia, ritenuto "non pericoloso" e di "cultura modestissima", verrà radiato dallo schedario di polizia.

 
Fonti

- Dario Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano, Milano 2005
- Archivio di Stato di Trento, Fondo Questura “Sovversivi Cat. A/8 Radiati”, fascicolo 54
- Emilio Sorteni, Diario di prigionia, 15 luglio 1945, inedito, pagg.29-30